Il omeostasi dell'ecosistema, nota anche come omeostasi ecologica, è lo scambio che avviene tra vari ambienti naturali che consentono di mantenere un equilibrio all'interno di un ecosistema. Questi adattamenti sono considerati necessari per raggiungere la sopravvivenza degli esseri viventi.
Generalmente questi equilibri omeostatici possono essere compresi osservando popolazioni o sistemi che dipendono l'uno dall'altro. Nella fauna si osserva nel rapporto tra il cacciatore e la sua preda, o tra gli erbivori e la loro fonte naturale di cibo.
Nel caso del pianeta in generale, l'equilibrio omeostatico si riflette nella relazione tra un ecosistema e i cambiamenti climatici che si verificano.
L'omeostasi ecologica, nota anche come equilibrio ecologico, iniziò a essere messa in discussione intorno al 1950, quando si ritenne che i cambiamenti radicali e costanti nelle popolazioni fossero piuttosto frequenti e che l'equilibrio non fosse una costante..
Alcuni stimano che questa teoria sarà sostituita dalla Teoria delle catastrofi e dalla Teoria del caos.
Il meccanismo affinché un ecosistema sia in perfetto equilibrio ecologico è relativamente semplice.
Ci sono due cause che devono convergere: la prima è che tutti gli individui delle specie di un ecosistema si preservino e rimangano.
Il secondo è che l'ecosistema è abbastanza grande da poter resistere ai fattori negativi e la vita può riunirsi di nuovo..
Un caso illustrativo è quello che si verifica nelle pozzanghere o nei piccoli pozzi. Questi formano un ecosistema così piccolo che una semplice siccità elimina le possibilità di sussistenza, sconvolge completamente l'equilibrio e provoca la morte dei suoi abitanti: pesci, rane e vita vegetale..
Il successo di questa teoria si vede meglio quando si analizzano foreste o giungle. Sono ecosistemi così grandi che l'omeostasi si instaura anche se alcuni individui che vi abitano scompaiono o migrano.
Quando qualche fattore ecologico o artificiale altera negativamente un ecosistema, si verifica immediatamente uno squilibrio.
I fattori ecologici più comuni che hanno un impatto negativo sono inondazioni, siccità, terremoti, tempeste e cambiamenti climatici come ondate di caldo o freddo.
La mano dell'uomo interferisce anche con gli ecosistemi, motivo per cui parliamo di fattori artificiali.
Alcune delle cause dello squilibrio ecologico sono la deforestazione, gli incendi dolosi e l'inquinamento atmosferico e idrico con gas tossici.
L'intervento umano può essere uno dei principali fattori di perdita dell'omeostasi, ma anche l'uomo ha partecipato alla creazione di nuovi ecosistemi.
In Sud America, le giungle si sono sviluppate dalle piantagioni umane. In Africa, grandi incendi dolosi hanno aiutato la formazione delle savane, portando ad un aumento degli animali al pascolo.
Nonostante il fatto che un ecosistema sia danneggiato, la teoria afferma che tendono a diventare più complessi, resistenti e stabili col passare del tempo. Ciò porta alla riproduzione di una nuova flora e fauna in quel settore..
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